SPAZI CONFINATI
Sebbene non esista una vera e propria definizione di “spazio confinato”, è possibile identificare tali ambienti come luoghi o spazi sufficientemente ampi e configurati per l’accesso di almeno un operatore, ma la cui funzione primaria non sia quella di ospitare persone.
In questi ambienti il pericolo di infortunio grave o di morte è molto elevato, a causa delle difficoltà di accesso (torsioni del busto e utilizzo delle mani come punto d’appoggio) e di uscita in caso di emergenza e della presenza di sostanze tossiche, gas e/o vapori infiammabili o condizioni di pericolo, come ad esempio la mancanza o l’eccesso di ossigeno.
Altre caratteristiche che aiutano ad identificare uno spazio confinato sono:
- ambiente provvisionale
- scarsa agibilità
- luce scarsa o assente
- ergonomie disagevoli o limitate
- assenza di presenza uomo/uomo: difficoltà di trasmissione di richieste tecniche o di emergenza
- scarsa o nulla areazione
Rientrano nella categoria anche quei luoghi che durante la costruzione o l’approntamento non ne hanno le caratteristiche sopra elencate, ma le acquisiscono solo a fine lavori.
Il D.P.R. 177/2011 impone alle imprese e ai lavoratori autonomi l’obbligo di procedere a specifica formazione e addestramento di tutto il personale che opera negli spazi confinati.
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